Spesso mi chiedono, durante la settimana del Festival, se “ho visto Sanremo”, dando per scontato che per una sedicente musicista sia come per un credente andare a Messa la domenica. Solo per quello gli dò una sbirciatina ogni tanto; tranne che nel 2007, annata memorabile, una canzone meglio dell’altra, ancora me le canto e me le suono (io che posso).
Appunto.
Le canzoni sono un genere di musica fatto da una melodia che va dall’orecchiabile al capolavoro, e di parole, che con la musica suddetta si devono sposare, e sposandosi formare un corpo unico. Si può fare anche una canzonetta con le parole “bam-bam-bam bum-bum-bum” dall’inizio alla fine, basta che queste trovino l’anima gemella, cioè la musica che con loro si coniuga. A volte prevale l’una, a volte l’altra, ma tornano sempre ad essere inscindibili. Su Paolo Conte e Fabrizio De Andrè ce ne sarebbero da vendere di esempi, e “I vecchi” di Claudio Baglioni, e “Imagine” di Lennon, ed è meglio che mi fermi….
Tutto per arrivare a Roberto Vecchioni: una bella poesia, quella che ha vinto a Sanremo; peccato ci sia stata anche la musica… perché, una melodia ondivaga e lagnosa musica non è di certo: a casa mia si chiama “lamento”.
E ora mi son messa tutti contro. Ma io la sento così.
Il primo video: musica struggente, interpretazione intensa. Testo e musica qui trovano una sintonia perfetta.
Secondo: stilisticamente perfetta. Le parole come una lirica pascoliana, la musica ne segue il passo fino al “crescendo” che sfocia in una sorta di liberazione catartica. Molto carina. Sono o non sono solo canzonette?
Terzo: qui le parole hanno il sopravvento, serie e impegnate, semplici ma piene di significati. La musica è un accompagnamento perfetto, ritma le parole ed aiuta a ricordare.
http://www.youtube.com/watch?v=yUrF-jDd_d0
http://www.youtube.com/watch?v=YmXi0xkWMpM
http://www.youtube.com/watch?v=lhOzn1hNuig
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