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Parole parole…

Da un po’ di tempo i post me li scrivo mentalmente, e lì rimangono. Perso fiducia nei social? Non ho niente da dire? Nooo, questo no: da dire ce n’è anche troppo, e forse è proprio questa la ragione, specialmente ora  che ho ripreso in mano i ricordi di una vita, e sono davvero troppi: è un peccato non comunicarli, ma certamente l’impresa più che titanica è impossibile. Oppure, può darsi che sia passata la fiducia che serva a qualcosa? Forse…
Beh, oggi pensavo: ma possibile che non ci sia nessuno-dico-nessuno che pronunci le parole nel modo giusto? Principalmente o quasi esclusivamente le vocali, tipo pèsca e pésca… e àncora (attrezzo per trattenere una barca) e ancóra (avverbio di tempo); prìncipi (titolo dei membri di case regnanti) e princípi (inizio, valore etico, fondamento di una dottrina); còrso (pertinente alla Corsica) e córso (movimento regolare e continuo, andamento); (tu) désti (voce del verbo dare) e desti (svegli);(io) dètti (voce del verbo dare) e détti (voce del verbo dire o anche motti, sentenze); (egli) dètte (voce del verbo dare) e détte (voce del verbo dire); còmpito (lavoro, mansione, incarico), e compíto (cortese, garbato, impeccabile nel comportamento)… eccetera.
Per non parlare del “piuttosto che”: fin dalle elementari si usava nel modo giusto, come “locuzione congiuntiva della lingua italiana, tipica della coordinazione sostitutiva, nella quale una proposizione ne nega un’altra in modo totale e la sostituisce. Nell’uso della lingua italiana equivale, quindi, an anziché”. Oggi ormai mi sono arresa, quando lo sento me ne devo fregare di capire il senso della frase, anche se di solito è quello sbagliato. E quelli che lo usano a sproposito sono anche e principalmente personaggi di cultura, giornalisti e scrittori.
Perché il “come dire…” come continua interlocuzione? alla quale io rispondo “con parole tue!” quando sono sola. E tante altre che ora non ricordo o piuttosto (senza “che”) non voglio ricordare.
Però, oggi pensavo che forse si tratta di nostalgia, forse bisogna accettare il cambiamento dei tempi, forse è l’età (un po’ troppina) che mi rende scorbutica, e forse, anzi sicuramente, non c’è niente da fare… e allora… intanto lo scrivo in un post! Poi, dopo, mi arrendo.

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