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Brava!

Ormai mi ero arresa: non avrei più nemmeno cercato di smettere di fumare. E poi mi piaceva, ero solita dire che faceva “da tappo” agli infiniti guai che mi capitavano, ai grossi dispiaceri, alle bruttezze della vita: con quel rotolino in bocca, mi sentivo più felice, più calma, più forte.

Per cinque minuti. Poi si ricominciava da capo. Ma non fumavo per questo due pacchetti al giorno, anzi, ero riuscita a portarmi a dieci sigarette, quasi interamente dovute al nervoso che mi procuravano quelle battute cretine, che almeno dessero l’Oscar della stupidaggine, io dico sarebbero le prime a vincere! Del tipo: “Fuuumiiii? Ma non lo sai che il fumo fa male?” e tu che avresti tanta voglia di rispondere, sbarrando gli occhi per la meraviglia: “Noooo, ma davveeero? Non ci sarei mai arrivata! Grazie per avermelo detto: ora che lo so smetto subito!”. Oppure, quelli che ti guardano con sufficienza, quando va bene, altrimenti con vero e proprio schifo, si gonfiano come un pavone, e “anch’io fumavo, poi ho smesso: non ci vuole mica niente, sa? Basta un poco di volontà!” e tu ti senti un verme che ha vinto i campionati mondiali di strisciamento. Nell’arco della vita, ne senti di tutti i colori, tutti ti voglio insegnare “come” si smette: con il pacchetto in tasca, senza l’ombra di sigarette in casa, un po’ alla volta, tutto insieme. Ma quelli “della forza di volontà” sono la parte preponderante. Gliel’avevo giurata, l’altra volta che smisi… Per inciso, provai con un agopuntore di quelli seri, piansi tre giorni e stetti due anni senza fumo. Al primo dispiacere mi ficcai in bocca un pacchetto intero, perché due non ci stavano. Insomma, aspettavo che un malcapitato mi chiedesse “Ha smesso? Ma come a fatto?” ed io avrei risposto “basta solo un po’ di volontà!”. Aspettai tanto, e quando sentii la frase fatidica ci misi un bel po’ per rispondere… e quello stava già pensando ad altro, non mi ascoltava neppure! E poi, non c’era mica tanto gusto, a dirlo!

Dopo quei due anni, la mia vita si costellò di ripensamenti, voti, promesse a me, agli altri.. al secondo matrimonio, felicissima, ci riprovai. E il mio meraviglioso marito ideò anche un’epigrafe: il pacchetto di sigarette, la croce, e sotto: “Qui giace – suicida per amore – all’età di trent’anni – un vizio assassino.” Bastava quello, no? No. Ebbene, mai un rimprovero, di casa mi ci cacciavo da sola, andando a fumare sul terrazzo con tutti i climi, o con la testa letteralmente ficcata nella cappa del camino. E lui, sempre comprensivo e gentile. Sarà stato quello? A farmi sentire davvero in colpa, di sicuro: come, ora non hai più un matrimonio infelice, anzi. I tuoi figli sono sistemati o quasi. Il peggio è passato. Successi professionali, i giornali si accorgono che trentacinque anni fa sei stata in Vietnam, non sei più una vittima… di che cosa ti lamenti? A cosa ti serve la sigaretta, ora? Arrivai perfino a pregare il Signore, disperata, guardando in su: “Ti prego, aiutami! Non ce la faccio proprio! Tu sai come, io no, ma aiutami!”. Lo sapeva, e quando mai? Gli ho anche detto: “Oh, un importa mica che tu spinga!”.

Perché, dopo pochi giorni, febbre altissima, sopra i 39°, per una settimana: una fifa nera, perché erano tempi di SARS, e i sintomi erano quelli… non che questo mi abbia mai fermato, ma ero così rincretinita che il primo giorno ne ho fumata una, e il secondo pure, anche se con gusto zero. Sapevo che avrei ripreso appena cessata la febbre, e mi sono venute in mente le Nicorette, quelle Inhaler, con il bocchino….

Ci sono andata, in farmacia, appena sono guarita. Dice: “Non ce le abbiamo quelle col bocchino, vanno bene i cerotti?” “Mi ci vede a fumarmi i cerotti?” e gliele ho fatte ordinare, dopo che le ho cercate invano in TUTTE le farmacie di Alghero, perché sai, a volte su certe decisioni ci pensi cinque minuti e cambi idea…!

Quando la sera a casa, ho aperto il pacchetto (29 €, bel deterrente!), sono rimasta un po’ a guardarlo: sapevo che o quelle o le sigarette. Insieme, no. E’ stato come un tuffo dal trampolino. Ma oltre che smettere di fumare, questa volta mi sono anche divertita: appoggiavo il bocchino sulla sedia, senza bruciarla! “Fumavo” DENTRO, in casa, anche mentre guardavo la televisione!! In macchina poi, era uno spasso, e niente puzzo! E ne potevo “fumare” quante volevo: se ne avevo voglia, o se tirava aria di crisi, un bocchino dietro l’altro…! Quasi subito, è rimasto solo il gesto. La fialetta di nicotina, si può massimo 6 al giorno, da subito, una sola. E poi per giorni, settimane non importava nemmeno cambiarla…

Sono 6 mesi che non fumo più. Mi avevano detto che non mi sarei più ammalata, e invece, in pieno agosto, afonia completa (e battute del tipo “vedi, a fumare…?) e otite, ma quello era l’aria condizionata e il motorino. Nuotate che sembrano passeggiate, passeggiate stavo per dire “che sembrano nuotate”, ma comunque leggere, senza il minimo affanno. Ma sono, ora, veramente felice. Mi sento veramente bene. Sono veramente libera. Non striscio più. E memore del passato, soprattutto, non rompo le scatole a nessuno, e li capisco tanto, quelli che non riescono a smettere. Io sono stata fortunata, a trovare il momento giusto e i giusti aiuti; ma che piacere, che orgoglio, quando ti dicono “Brava!”

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